venerdì 23 settembre 2011

LETTERA DI UN LAMPEDUSANO

di Giacomo Sferlazzo

Oggi è uno dei giorni più brutti che io abbia mai vissuto, la speranza di una Lampedusa faro della solidarietà del diritto e dell'umanità si è talmente affievolita che ormai sembra solo una fantasia retorica, quell'umanità che tanto ci aveva fatto sperare e che era stata troppo presto mitizzata era come avevamo detto in altre occasioni "Poca", perché non accompagnata da una coscienza politica e sociale. Oggi a Lampedusa si è compiuto il piano del governo e dell'amministrazione locale, quello che per molti anni non era riuscito, oggi ha avuto compimento, arrivare allo scontro tra Lampedusani e migranti, in questo caso tunisini.
Era da tempo che tutti quelli che dovevano sapere, erano a conoscenza dello stato di degrado e di nervosismo che nel centro di Lampedusa si viveva quotidianamente, molti lo avevano detto, ed era prevedibile che lasciare i ragazzi tunisini in quelle condizioni e in più essendo a conoscenza che i rimpatri erano lo scopo finale della loro attesa, avrebbe causato una grande rivolta, e cosi è stato.
Il problema è sempre lo stesso dall'inizio dell'anno, la mancanza di trasferimenti da Lampedusa al resto d'Italia, anche questo si sapeva, ma tutti facevano finta di niente, tutti facevano finta che la vita del centro fosse tranquilla, l'importante e che i migranti non si vedano per la strada, l'importante e che i turisti non vedano, come oggi ,l’importante è che mostriate le immagini della festa della madonna di Porto Salvo,la Lampedusa bella, la Lampedusa vacanziera, quello che è accaduto è già passato, non bisogna parlarne, questo modo di fare viene da una mentalità mafiosa dell’omertà e del silenzio, ed è il culmine dei comportamenti di un gruppo di persone e di una amministrazione che ha fatto dell’illegalità la propria bandiera, il peggio che nessuna istituzione ha mai arginato questa prassi del malaffare, dell’illecito, anzi sembra essere premiata, lo stato è veramente assente a Lampedusa, c’è un aria da far west da molto tempo, ognuno fa quello che vuole, i più prepotenti minacciano, corrompono e si fanno corrompere. L’unico valore che accomuna una parte di lampedusani che non so quantificare, è la stagione estiva che tradotto significa lo sfruttamento del territorio per fare soldi, ma il mondo e la storia vanno oltre una stagione turistica da salvare, vanno oltre la visione ristretta dei piccoli imprenditori, e quelli che dovevano essere i compagni di una lotta contro le angherie e le violenze che i potenti di tutto il mondo stanno facendo alle masse sono diventati il problema, i nemici da uccidere, da annegare , da buttare in mezzo al rogo , mentre Berlusconi al suo arrivo sull'isola viene acclamato da una folla violenta che impedisce a chi non è d'accordo di manifestare contro la politica del governo, ed anche in queste ore i miei amici, che oggi più che mai voglio chiamare compagni, vengono minacciati da una folla imbestialita, che ha perso ogni direzione "C'è ne pure per quelli di Askavusa se si mettono in mezzo", intanto la Lega ringrazia, il sindaco che dice i tunisini essere tutti delinquenti ha enormi responsabilità per quanto sta accadendo, e ogni persona che sta usando la violenza ha enormi responsabilità. Queste persone sono le stesse che hanno applaudito Crialese e che facevano a gara a complimentarsi dopo la proiezione di Terraferma, sono quelle che applaudono i cantanti che vengono a cantare per la solidarietà durante la manifestazione O scià, sono quelli che fanno a gara per potere ospitare i VIP che invita Baglioni facendo laudi guadagni, Baglioni stesso che viene finanziato da chi sta provocando questo enorme disastro e che dice di fare O scià per sensibilizzare la popolazione rispetto ai temi dell’integrazione dovrebbe condannare chi ha usato la violenza e non premiare chi ha partecipato ai pestaggi rifiutandosi di lavorare con questa gente, perche le canzoni , le parole non valgono a niente se non sono seguite dai fatti, Le persone che dicono buttateli in mare, bruciateli, sono tutti delinquenti magari oggi portavano in spalla la statua della madonna di porto salvo, , io non ho molta fede, ma il fatto che quello che sta accadendo in concomitanza con la festa della patrona dell'isola, che è anche un simbolo di convivenza pacifica mi fa pensare molto. Queste persone che si dice vogliano buttare giù “La porta d’Europa” il monumento di Mimmo Paladino sono più vicini a quegli estremisti islamici che distruggono le opere d’arte in nome di un fanatismo religioso che in realtà è il segno di un ignoranza mostruosa. Quello che mi preoccupa è che nella violenza si possa vedere il modo di risolvere questioni che la politica non ha saputo o voluto affrontare e risolvere, i tunisini si trovano costretti a protestare violentemente perché inascoltati e rinchiusi in condizioni disumane, i lampedusani immaturi cadono nel tranello del governo e aizzati dalle dichiarazioni del sindaco trovano nella violenza non solo una valvola di sfogo ma un metodo per affermare una rabbia da troppo repressa, non per affermare idee, attenzione, perché nella testa di queste persone non credo ci siano idee chiare, ma per affermare una supremazia, un controllo del territorio, ed anche questo è tipico dell’agire mafioso. Dividere l'umanità è quello che i potenti da sempre cercano di attuare, facendo leva sulle paure e l'ignoranza, ed è quello che sta accadendo a Lampedusa, una massa stordita che crede che la risoluzione del problema sia uccidere i Tunisini e non fare arrivare più nessun migrante sull'isola. Da sempre è stato detto che il ruolo di Lampedusa rispetto all'immigrazione deve essere di primo soccorso e accoglienza che più di un numero di migranti Lampedusa non può accogliere, ma questo non è mai stato accolto dal governo, e oggi è il governo ad avere la prima colpa di quello che sta accadendo, dopo il governo vengono tutti quei lampedusani che si sono fatti trascinare in questa pozza di fango. Oggi abbiamo perso tutti, e abbiamo perso molto, Lampedusa che il posto che più amo in assoluto, oggi mi sembra come una casa da abbandonare, come un luogo senza più speranza, come un luogo destinato all'odio e alla violenza, un luogo dove l'egoismo e l'ignoranza hanno avuto la meglio, e questo viene da lontano, il solo fatto di avere un amministrazione con questo sindaco e con una vicesindaco leghista dice tanto, spero che i molti lampedusani che in passato hanno saputo dimostrare solidarietà non vengano travolti da tutta questa cattiveria, che ormai da troppo veniva alimentata. Spero che i ragazzi tunisini possano trovare un posto migliore dove vivere di Lampedusa e dell'Italia.
Non voglio rinunciare alla speranza di un mondo più giusto, non voglio rinunciare alla speranza di un dialogo tra i popoli, tra i più deboli tra gli ultimi, credo in assoluta che il primo sforzo di tutte le persone che hanno una coscienza maggiore sia quello di alimentare il dibattito non solo sull’immigrazione ma su tutto quello che sta accadendo nel mondo, di rimettere la scuola e la conoscenza al centro della vita della collettività, la conoscenza diretta per prima cosa, il dialogo come strumento e come fine il bene comune. Non di un popolo , non di una classe ma dell’umanità

Per questo chiediamo che vengano aboliti i CIE in Italia.
Che venga scritta una nuova legge sull’immigrazione e l’integrazione
Che le società civili europee e nord africane costruiscano una rete diretta per il dialogo e la cooperazione.
Che l’istruzione e la cultura vengano messe ai primi posti nelle agende politiche.

Con enorme sofferenza e speranza . Giacomo Sferlazzo un lampedusano.

mercoledì 21 settembre 2011

COMUNICATO STAMPA


Lampedusa: si fermino immediatamente le violenze
Si proceda al trasferimento dei migranti nei centri di accoglienza
Dichiarazione di Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci

Quanto sta succedendo in queste ore a Lampedusa è l’epilogo di una situazione portata all’esasperazione dalla latitanza di un governo che non ha voluto assumersi le responsabilità che gli competono.

Potremmo dire “l’avevamo detto”! Sono infatti settimane che si susseguono gli appelli delle associazioni che assistono i migranti a procedere con urgenza al loro trasferimento nei centri di accoglienza diffusi sul territorio nazionale. Si è scelto invece di tenerli ammassati per giorni e giorni nel cspa (centro di soccorso e prima accoglienza) di Lampedusa, assolutamente inadeguato ai lunghi trattenimenti (peraltro illegittimi, come abbiamo sempre denunciato) alimentando frustrazione  e rabbia.

Che ormai ci fosse un clima di tensione prossima ad esplodere era noto e tuttavia non si è intervenuti, in attesa di ricorrere a quei rimpatri di massa che le convenzioni vietano e che il ministro Maroni si ostina a voler perseguire, nonostante il governo tunisino li abbia fermati ricordando che l’accordo sottoscritto con l’Italia prevede rientri scaglionati. Ed è stata  proprio la consapevolezza del rischio di venire immediatamente rimpatriati che ha trasformato la rabbia in protesta.

Adesso la priorità è fermare immediatamente le violenze e ristabilire una situazione di sicurezza per tutti, profughi, lampedusani e operatori umanitari. Deve cessare la ‘guerra’ ai migranti, che esaspera gli animi e crea un clima di terrore che può sfociare in incidenti ancora più gravi.

Perché ciò si determini è però indispensabile che il governo dia segnali precisi di voler intervenire per risolvere la situazione nell’unico modo sensato, inviando i mezzi di trasporto necessari per procedere all’evacuazione dei migranti dall’isola verso strutture adeguate all’accoglienza.

Roma, 21 settembre 2011

LAMPEDUSA BRUCIA

Pubblichiamo l'ultimo report delle volontarie esperte ARCI presenti sull'isola.

Sono le 17:30 quando i vigili del fuoco sfrecciano a tutta velocità, a sirene spiegate, dentro le vie del centro di Lampedusa. La gente esce per strada. Qualcuno dice che il CSPA sta andando a fuoco. Dopo poco, una nuvola di fumo nera sovrasta il cielo del paese. Le strade che portano a contrada Imbriacola sono sbarrate dalle forze dell’ordine. Per strada si vedono passare dei ragazzi tunisini con delle buste di plastica celeste, il loro unico bagaglio. Camminano diretti al molo Favarolo : loro punto di arrivo e parte dell’isola che conoscono meglio, dato che ,nelle loro tre fughe precedenti, erano stati convogliati là.

lunedì 19 settembre 2011

Nuove segnalazioni al Numero Verde dai CARA Hotel

Continuano le chiamate da parte dei migranti ospiti dei "CARA Hotel". La mancanza di informazioni, orientamento socio-legale e mediazione linguistica si aggiunge, in alcuni casi, a condizioni di vitto non adeguate. Emblematico il caso dell'Hotel Fantello di Monza che - a cusa della chiusura della cucina - non prevede il pranzo nella giornata del sabato.

Rimpatriare a tutti i costi...

Pubblichiamo un articolo uscito su Agrigentoweb del 15 settembre 2011:

"Aerei per i rimpatri degli immigrati clandestini fermi da ore e ore con decine di
Poliziotti a bordo e costi che salgono alle stelle. E’ quanto sta accadendo a ben due
voli che oggi avrebbero dovuto riportare in patria, in Tunisia, circa 100 immigrati
irregolari giunti in Italia. Il primo è partito da Milano alle 2.00 del mattino con a bordo
90 Poliziotti di scorta, ed è giunto a Lampedusa, dove ha caricato 49 clandestini, per
poi fare una prima tappa a Palermo ed una seconda al “capolinea”, a Tunisi, dove però
solo 30 immigrati sono potuti scendere.

venerdì 16 settembre 2011

Ultimo Report da Lampedusa (15/08 - 14/09)

Segue il dettagliato report a cura dell'ARCI sulla situazione a Lampedusa dalla metà di agosto ad oggi.
Argomenti affrontati: 
  • Presenze nel Centro 
  • Ultime notizie
  • Profilo dei migranti trattenuti 
  • Condizioni di trattenimento
  • Ribellioni
  • Attività dell'équipe Arci

    mercoledì 14 settembre 2011

    I rappresentanti acnur e anci della Commissione Territoriale di Bologna rispondono ad alcune domande

    Pubblichiamo un estratto del Verbale dell' incontro con Commissione territoriale – sezione distaccata di Bologna avvenuto lo scorso 1 Luglio con i la rete regionale “Emilia-Romagna terra d'asilo”:

    -        Dati: al 1 luglio 2011 sono arrivate 1221 domande, di cui esaminate circa 450. Gli esiti: al 13% è stato riconosciuto lo status di rifugiato, al 5% la protezione sussidiaria, al 13% la protezione umanitaria. Dunque un totale di 31% di riconoscimento di una forma di protezione, mentre il resto sono rigetti. Il 23% dei rigetti è avvenuto per rinuncia o irreperibilità (spesso erano casi dal CIE). Su 40 ricorsi presentati avverso decisioni della Commissione, solo uno è stato accolto. Si tenga presente nella lettura dei dati anche il particolare contesto in cui opera la Commissione di Bologna (sul cui territorio di competenza insistono 2 CIE).

    Report operatrice Arci Venezia sulla situazione in un "CARA Hotel" a Fiesso d'Artico

    Incontro con 2 cittadini nigeriani arrivati a Lampedusa nel Luglio 2011 e ora ospiti di un "CARA hotel"

    Su segnalazione del Numero Verde per richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale dell’Arci Nazionale, secondo la quale in data 05/09/2011 alcuni cittadini nigeriani si erano rivolti al servizio esprimendo tutta la loro necessità di incontrare qualcuno che parlasse inglese,  ho incontrato i ragazzi presso la stazione di Dolo alle ore 15.00 di venerdì 09 settembre 2011.

    lunedì 12 settembre 2011

    Nuove segnalazioni da un "CARA Agriturismo"

    Il comune di Piazza Armerina, in provincia di Enna, si aggiunge all'elenco dei posti in cui vengono trasferiti i migranti richiedenti asilo da Lampedusa.
    Dieci ragazzi, sbarcati in Italia lo scorso agosto, hanno raggiunto l'agriturismo Camemi il cui titolare si è preoccupato di segnalarlo al NumeroVerde per avere un sostegno nella loro procedura.

    martedì 6 settembre 2011

    Lampedusa tensione alle stelle

    Protestano le centinaia di migranti prigionieri da giorni sull’isola
    Il governo provveda ai trasferimenti  nel rispetto dei loro diritti

    Dichiarazione di Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci

    Nel centro di primo soccorso e accoglienza  di contrada Imbriacola a Lampedusa la tensione è ormai altissima. Si susseguono le azioni di protesta  dei migranti trattenuti da giorni in condizioni logistiche insostenibili, senza alcuna certezza sul loro futuro, senza possibilità di contatti con l’esterno. Anche agli operatori dell’Arci è stato di punto in bianco vietato l’accesso, ponendo bruscamente fine all’azione di informazione e assistenza che stavano svolgendo.

    La lunga durata del trattenimento è del tutto illegittima, visto che per legge dopo le 48 ore bisognerebbe procedere al trasferimento.

    Ma l’illegalità riguarda anche il trattenimento – addirittura più lungo di quello degli adulti - dei 180 minori che si trovano in parte nel cpsa e in parte alla base Loran, che  sicuramente non presentano i requisiti delle strutture in cui la legge prevede che debbano ricevere ricovero.  

    Prima che l’esasperazione porti a una degenerazione della situazione, l’Arci chiede un intervento urgente del governo  perché si proceda celermente al trasferimento dei migranti dal centro. Chiede inoltre che si ripristini la possibilità di ottenere la protezione temporanea per i tunisini che rappresentano la gran maggioranza dei detenuti nel centro e che si ponga fine ai respingimenti e alle espulsioni di massa.  Sollecita infine un intervento immediato per garantire che i minori vengano ospitati in strutture idonee.

    Serve insomma che questo governo agisca finalmente nel rispetto dei diritti, garantendo accoglienza e sicurezza anche alle persone straniere arrivate  nel nostro paese.
    Questo è il modo migliore, lo ribadiamo, di sostenere i processi di emancipazione e democratizzazione dei paesi del nord Africa. L’unico per rispettare la legge e la Costituzione.

    Roma, 6 settembre 2011


    Lista "C.A.R.A HOTEL " suddivisa per regioni

     All'interno del post è possibile consultare la tabella, suddivisa per regioni, delle strutture (hotel, appartamenti, tende) nei quali sono alloggiati i profughi della Libia che hanno presentato richiesta d'asilo. Tabella realizzata grazie alle segnalazioni che pervengono direttamente al Numero Verde per Richiedenti e Titolari di Protezione Internazionale.

    lunedì 5 settembre 2011

    Milano-Lampedusa: report dei volontari/esperti legali dell'ARCI sull'isola dal 24 al 31 luglio

    Report dal Centro di Soccorso e Prima Accoglienza di Lampedusa, isola di illegalità ai confini di uno Stato di diritto

    di Francesca Cancellaro, Luca Masera, Stefano Zirulia

    Sommario: Estratto – 1. I diritti fondamentali violati a Lampedusa – 2. Il CSPA non è un CIE: alla ricerca del fondamento giuridico dei trattenimenti presso il “Centro di Soccorso e Prima Accoglienza” di Lampedusa – 3. Il CSPA: la struttura e le condizioni del trattenimento dei migranti – 4. I maltrattamenti – 5. L’ istanza di accesso agli atti.

    venerdì 2 settembre 2011

    29 agosto: una giornata al mare dei giovani migranti fuggiti (ma poi rientrati) dal CPSA di Lampedusa

    Lampedusa, 29 agosto: racconto di una lunga giornata

    All'interno di questa pagina è possibile leggere il racconto delle/i volontarie/i ARCI che hanno monitorato i fatti accaduti lo scorso 29 agosto, tra fughe collettive, minori senza posto letto, tentativi di conciliazione, assaggi di libertà da parte dei giovani migranti.

    Si ringraziano per le foto: Samira Moustafa Salim e Massimo Berardi






    REPORT 29 AGOSTO 2011: UNA LUNGA GIORNATA

    Accoglienza Italiana - aumenta il numero dei CARA HOTEL

    ACCOGLIENZA ITALIANA – SEGNALAZIONI AGOSTO 2011

    LOCALITA'
    STRUTTURA
    INFORMAZIONI
    San Pietro in casale (Bologna)
    Hotel
    N° ospiti : 7 persone, richiedenti asilo, trasferiti da Lampedusa provenienti dal Burkinafaso.

    Diario di un volontario ARCI. Gianluca Solera racconta gli 8 giorni trascorsi sull'isola

    Diario di un volontario Arci a Lampedusa

    “Benvenuti a Lampedusa”: una mega-foto di una spiaggia che abbraccia acque cristalline occupa un’intera parete nella zona di arrivo dell’aeroporto (...). E' così che inizia la prima pagina del diario di un volontario ARCI* che racconterà la sua esperienza a Lampedusa.