lunedì 7 novembre 2011

Trasferiti i migranti ospiti presso il CARA Hotel di Fiesso d'Artico: continua il monitoraggio ARCI nelle nuove strutture

Grazie all'intervento dell'ARCI, i ragazzi profughi dalla Libia ospitati presso l'Hotel Riviera di Fiesso d'Artico sono stati trasferiti in strutture più adeguate.

I ragazzi anglofoni sono stati trasferiti presso l'Ostello A Colori di Mira (Ve) mentre quelli arabofoni sono stati trasferiti presso un magazzino nel porto di Marghera, gestito dall'associazione Mariport.
L'ARCI esprime soddisfazione per aver garantito ai ragazzi un'accoglienza dove funziona il riscaldamento e dove la mensa garantirà loro varietà di cibo MA esprime anche tutta la sua preoccupazione per la scelta dei posti di accoglienza destinati ai richiedenti asilo, ancora una volta isolati dal resto della collettività e inadeguati ad un'accoglienza finalizzata alla tutela e integrazione di chi cerca protezione in Italia.
Anna Carmela Bolini, operatrice dell'ARCI Venezia, racconta il lavoro fatto con i migranti profughi dalla Libia ospitati presso l'albergo Riviera di Fiesso d'Artico.
Mestre, 04/11/2011

SOS Egitto cristiano ma il governo continua a fare rimpatri

La politica dei rimpatri fa dimenticare le situazioni di conflitto dalle quali provengono numerosi migranti.

"Sono quasi 100'000 i copti che hanno lasciato l’Egitto dal mese di marzo 2011 a oggi”, afferma Naguib Gébraïl, presidente dell’Unione egiziana dei diritti umani (UEDH). E' necessario diffondere la notizia contro il silenzio dei media anche in Italia.
Secondo l’Ong diretta da Naguib Gébraïl, i 100'000 copti che sono partiti da marzo sono andati soprattutto negli Stati Uniti (16'000 in California, 10'000 nel New Jersey, 8'000 a New York e 8'000 nel resto del paese), in Europa (20'000 tra Paesi Bassi, Italia, Regno Unito, Austria, Francia e Germania...), in Canada (9'000 a Montreal, 8'000 a Toronto) e in Australia (14'000). “Le nostre statistiche vengono dai nostri uffici all’estero, e dalle Chiese copte in quei diversi paesi”, precisa il presidente dell’UEDH. Attribuisce queste partenze obbligate al timore per le azioni e le minacce dei salafiti, quei musulmani estremisti comparsi sulla scena politica a favore della rivoluzione del 25 gennaio.