lunedì 7 novembre 2011

Trasferiti i migranti ospiti presso il CARA Hotel di Fiesso d'Artico: continua il monitoraggio ARCI nelle nuove strutture

Grazie all'intervento dell'ARCI, i ragazzi profughi dalla Libia ospitati presso l'Hotel Riviera di Fiesso d'Artico sono stati trasferiti in strutture più adeguate.

I ragazzi anglofoni sono stati trasferiti presso l'Ostello A Colori di Mira (Ve) mentre quelli arabofoni sono stati trasferiti presso un magazzino nel porto di Marghera, gestito dall'associazione Mariport.
L'ARCI esprime soddisfazione per aver garantito ai ragazzi un'accoglienza dove funziona il riscaldamento e dove la mensa garantirà loro varietà di cibo MA esprime anche tutta la sua preoccupazione per la scelta dei posti di accoglienza destinati ai richiedenti asilo, ancora una volta isolati dal resto della collettività e inadeguati ad un'accoglienza finalizzata alla tutela e integrazione di chi cerca protezione in Italia.
Anna Carmela Bolini, operatrice dell'ARCI Venezia, racconta il lavoro fatto con i migranti profughi dalla Libia ospitati presso l'albergo Riviera di Fiesso d'Artico.
Mestre, 04/11/2011

AGGIORNAMENTO SULLA SITUAZIONE A FIESSO D’ARTICO

Ieri pomeriggio mi ha telefonato l’assistente sociale dell’Ufficio Immigrazione della Prefettura di Venezia – Soggetto Attuatore per comunicarmi la data del trasferimento dei ragazzi provenienti dalla Libia attualmente domiciliati a Fiesso D’Artico: il prossimo lunedì mattina.

In seguito alla segnalazione del Numero Verde per Richiedenti Asilo dell’ARCI, circa un mese fa, a metà ottobre 2011, una commissione di monitoraggio della Protezione Civile ha fatto visita ai ragazzi di Fiesso D’Artico, ha ispezionato la struttura di accoglienza e si è intrattenuta con i firmatari della convenzione, ovvero l’Ente Gestore.

Risultato di questa visita: il trasferimento dei ragazzi in una struttura adeguata.

Dopo i primi incontri con i ragazzi e l’intervento di un operatore della Caritas, le cose a Fiesso D’Artico sono migliorate. Siamo riusciti ad ottenere la colazione per i ragazzi, anche se latte e biscotti vengono dati loro la sera prima e la mattina non hanno modo di bere qualcosa di caldo, fino alle 11, quando il ristorante cinese apre.
Hanno iniziato a ricevere lezioni di italiano, grazie all’operatore Caritas e i biglietti dell’autobus per andare a messa la domenica ed altri beni come le ricariche telefoniche e vestiti e scarpe usati.
In queste settimane, finalmente, ho anche incontrato il titolare dell’albergo, un signore cinese che abita e vive fuori dalla regione e che si reca a Fiesso D’Artico solo uno o due giorni a settimana. Nelle due volte che l’ho incontrato, ho sempre approfittato per fare da mediatrice tra i ragazzi e lui: siamo riusciti ad ottenere il cambio delle lenzuola ogni settimana (dopo più di un mese di permanenza nell’hotel) e l’uso di una lavatrice in uno scantinato.
Dopo più di una settimana di freddo, su nostra insistenza, i ragazzi hanno ricevuto delle coperte, ma il problema “freddo” non è stato risolto, dal momento che il riscaldamento dell’albergo è rotto da circa tre anni! Ho fatto mandare un fax dalla Prefettura per chiedere al proprietario di aggiustare e accendere il riscaldamento.
Il titolare dell’albergo si mostra disponibile a collaborare, tuttavia dimostra allo stesso tempo un’ingenuità mista ad una mancanza di conoscenze sul fenomeno dei rifugiati e del diritto d’asilo che non lascia molti margini di miglioramento.

Per quanto riguarda il ristorante adiacente, sempre cinese, nel tempo ci sono stati diversi problemi di salute. Tutti i giorni cucina cinese. Alcuni ragazzi sono stati anche al pronto soccorso (accompagnati dall’operatore Caritas). Abbiamo cercato di intervenire sul menù: i titolari e gestori del ristorante, gli unici che parlano correntemente italiano, si sono dimostrati abbastanza disponibili a cambiare le loro abitudini. Nelle visite successive chiedevo “Come va il cibo?”, “Meglio…” mi rispondevano, per poi sfogarsi pochi giorni fa, quando mi hanno detto che proprio non ce la fanno più a mangiare sempre la stessa cosa – cinese – “Per quanto tempo ancora staremo qui?”

Nel frattempo si è mossa la macchina della Prefettura e della Questura e del Comune di Venezia.
In particolare, ho contattato la Prefettura, la quale aveva sentito parlare di Fiesso D’Artico. Messa al corrente dei fatti, la Prefettura ha sollecitato la Questura per l’avvio della procedura di richiesta di asilo. 
In contemporanea, il Servizio Immigrazione e Promozione dei Diritti di Cittadinanza e dell'Asilo del Comune di Venezia si è messo a disposizione per incontrare i ragazzi provenienti dal Nord Africa sul territorio. Così, dopo aver contattato gli operatori, ho organizzato un incontro di “orientamento collettivo” a Mestre, presso la sede del Servizio, per i tutti ragazzi di Fiesso D’Artico con un’interprete anglofona ed un mediatore arabo fono, tre settimane fa. Si è parlato della procedura per la richiesta di asilo, della Commissione (con simulazione) e dei diversi possibili risultati del colloquio.

La settimana dopo, io con un piccolo gruppo di volontari Arci, su mandato informale dell’assistente sociale dell’Ufficio Immigrazione della Prefettura di Venezia – Soggetto Attuatore – abbiamo iniziato un’attività di interpretariato ed affiancamento nella compilazione dei moduli C3 con i ragazzi di Fiesso D’Artico.
I ragazzi hanno appuntamento in Questura a partire dalla seconda metà di novembre. Per la maggior parte di loro sarà la prima volta in Questura dopo più di 4 mesi in Italia. Nessuno di loro è attualmente in possesso di documenti.

I piccoli “risultati” che passo dopo passo e settimana dopo settimana sono stati conseguiti, non hanno migliorato l’umore dei ragazzi, anzi. Sono sempre più pensierosi e stanchi. Sarà il freddo, sarà il cibo, sarà la solitudine o l’inattività…
Speriamo che le condizioni di vita migliorino nelle nuove sistemazioni. L’aspetto certamente positivo è che avranno il riscaldamento, cambieranno abitudini alimentari e saranno all’interno di una struttura realmente predisposta ad accoglierli.

Ps: sebbene nella nuova struttura ci saranno nuovi Enti Gestori e nuove convenzioni per vitto e alloggio e  per l’assistenza alla persona, l’assistente sociale dell’Ufficio Immigrazione della Prefettura di Venezia insisterà affinché l’Arci ed i suoi volontari continuino l’attività iniziata con i ragazzi, per quel che riguarda l’accompagnamento durante la procedura di richiesta di asilo.

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