lunedì 27 febbraio 2012

L’Italia condannata per i respingimenti in Libia

Ci auguriamo che questo sia un monito per il governo in carica
per modificare le politiche in materia di immigrazione

Dichiarazione di Filippo Miraglia, responsabile immigrazione

Abbiamo appreso con grande soddisfazione della sentenza della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, che ha condannato l’Italia per i respingimenti dei migranti verso la Libia attuati il 6 maggio 2009.

Ciò conferma quanto sostenevamo da tempo sull’illegalità delle politiche dei respingimenti in mare. Come dichiara la sentenza, con i respingimenti è stato calpestato il rispetto dei diritti umani delle persone, tra i quali la possibilità, per chi ne aveva diritto, di chiedere all’Italia lo status di rifugiato o di presentare la domanda d’asilo. Una pratica che ha costretto centinaia di profughi in Libia, dove hanno vissuto condizioni drammatiche, violenze e abusi di ogni genere rinchiusi per molti mesi nei centri di detenzione.

L’Italia ha senza dubbio una responsabilità morale diretta sulle conseguenze dei respingimenti. Il nostro Paese è infatti anche stato condannato dalla Corte di Strasburgo per trattamenti degradanti e tortura, avendo violato l’articolo 3 della Convenzione sui diritti umani. Un reato che il nostro ordinamento è ancora tra i pochi a non contemplare.

Questa sentenza non fa altro che confermare che l’intero impianto politico sull’immigrazione del governo Berlusconi si basava esclusivamente su fini persecutori, senza alcun rispetto della legge italiana e delle convenzioni internazionali. Molte delle scelte che il ministro Maroni ha fatto in materia sono state puntualmente censurate dagli organismi europei e internazionali. Tutto ciò deve rappresentare una chiara indicazione per l’attuale governo in carica affinchè riveda le scelte finora attuate in materia e perché ricontratti gli accordi di cooperazione con il governo di transizione libico.

Auspichiamo che questo importante segnale che arriva dalla Corte di Strasburgo induca il Parlamento italiano a calendarizzare al più presto le due proposte di legge di iniziativa popolare sui diritti di cittadinanza degli stranieri, che i promotori della campagna “L’Italia sono anch’io” depositeranno alla Camera il prossimo 6 marzo. Perché anche questo è un passo importante verso delle politiche di integrazione nei confronti dei migranti.


Roma, 23 febbraio 2012

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