mercoledì 14 settembre 2011

Report operatrice Arci Venezia sulla situazione in un "CARA Hotel" a Fiesso d'Artico

Incontro con 2 cittadini nigeriani arrivati a Lampedusa nel Luglio 2011 e ora ospiti di un "CARA hotel"

Su segnalazione del Numero Verde per richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale dell’Arci Nazionale, secondo la quale in data 05/09/2011 alcuni cittadini nigeriani si erano rivolti al servizio esprimendo tutta la loro necessità di incontrare qualcuno che parlasse inglese,  ho incontrato i ragazzi presso la stazione di Dolo alle ore 15.00 di venerdì 09 settembre 2011.
Entrambi sono stati registrati alla Questura di Agrigento in data 09/07/2011 e sono stati trasferiti in data 16/07/2011. Hanno attraversato l’Italia passando per Taranto, Marghera/Venezia, Padova, fino ad arrivare a Fiesso D’Artico (paesino sperduto in provincia di Venezia, vicino a Dolo).
A Fiesso D’Artico risiedono nell’Hotel Riviera in via Riviera del Brenta n°320 assieme ad altri 18 ragazzi, connazionali e provenienti dal Ghana, Niger e Ciad. L’ “affidatario” della gestione dei servizi di accoglienza a questi cittadini in arrivo dal Nord Africa sembra essere lo stesso albergatore  anche se i ragazzi  hanno cercato di rivolgersi alla Caritas Veneziana, chiedendo un contatto con l’Istituzione per rivendicare un pocket-money giornaliero.

I ragazzi non hanno contatti con persone italiane, né hanno incontrato persone che parlano inglese.
Da più di un mese i ragazzi risiedono a Fiesso D’Artico e non hanno ancora incontrato:
- un mediatore culturale
- un legale
- un insegnante di italiano
Non hanno, quindi, ricevuto:
-          orientamento
-          vestiario (hanno vestiti e scarpe che risalgono all’accoglienza ricevuta a Lampedusa)
-          soldi per le medicine (uno di loro è stato male e, all’ospedale – dove dice di essersi recato da solo- gli sono state prescritte delle medicine che non ha potuto comprare perché non disponeva di denaro)
-          biglietti o altre facilitazioni per il trasporto
Quotidianamente, inoltre, non ricevono la prima colazione, ma solo pranzo e cena.

Raccontano che talvolta ricevono solo mezza bottiglietta d’acqua per tutto il giorno.
Mi mostrano che indossano gli stessi vestiti e scarpe che hanno ricevuto a Lampedusa e/o a Taranto.
Uno di loro mi racconta di essere stato male, di essere stato in ospedale e che quando è uscito dall’ospedale, da solo (!), aveva una ricetta del medico con la quale però non è riuscito a comprare le medicine in farmacia perché non aveva soldi.

Tra i racconti, mi dicono di essere stati interrogati a Padova sui documenti che non avevano…
Infine mi dicono che la settimana scorsa hanno cercato di parlare con la Caritas a Venezia, che ha promesso loro di andare a vedere la situazione lunedì prossimo, 12/09/2011.

In risposta, illustro loro in modo specifico tutto ciò che è indicato nella Convenzione con la Prefettura di Venezia, cose e servizi a cui hanno diritto.
Mi chiedono la procedura per fare richiesta di asilo. Oltre alla spiegazione consegno loro delle pagine stampate in versione inglese dal sito del Ministero dell’Interno.





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