venerdì 16 settembre 2011

Ultimo Report da Lampedusa (15/08 - 14/09)

Segue il dettagliato report a cura dell'ARCI sulla situazione a Lampedusa dalla metà di agosto ad oggi.
Argomenti affrontati: 
  • Presenze nel Centro 
  • Ultime notizie
  • Profilo dei migranti trattenuti 
  • Condizioni di trattenimento
  • Ribellioni
  • Attività dell'équipe Arci

    REPORT 15/08/2011 al 14/09/2011

    Premessa

    Il Centro di Soccorso e Prima Assistenza ha come suo principale scopo quello di assistere le persone appena arrivate e trasferirle nell’arco di 48 ore sul territorio italiano. Nella realtà dei fatti è un centro di reclusione,  non è consentita l’uscita e l’entrata libera dal centro, i migranti non possono spostarsi liberamente neanche da un punto all’altro , confinati in parti “residenziali” chiuse da inferriate e cancelli. Le forze di polizia si muovono all’interno del centro armate e in casi di tensione in tenuta anti sommossa. I trasferimenti in altri centri avvengono lentamente, obbligando i migranti a permanenze che variano, per i maggiorenni da 15 giorni a un mese e per i minorenni per periodi ancora più lunghi, fino a un mese e mezzo. Queste detenzioni di fatto non sono effettuate con la convalida di un giudice ma avvengono per motivi “organizzativi”. Tanto le forze dell’ordine che l’ente gestore non forniscono informazioni in merito ai trasferimenti ai migranti i quali esasperati  possono arrivare a mettere in atto proteste violente o atti di autolesionismo.




    Ultime notizie

    I rimpatri del 14 settembre non sono giunti a destinazione. Da quello che abbiamo saputo dai migranti ed è stato poi confermato dalla stampa, il primo volo aereo arrivato a Tunisi ha potuto sbarcare solo 30 dei 45 migranti presenti ed è rimasto poi sulla pista tunisina per ore. L’altro aereo che doveva portare i migranti a Tunisi è fermo a Palermo. Il 15/09 sono partiti altri migranti con destinazione Palermo per il riconoscimento e il successivo rimpatrio. Ma giunti alla nave sono rimasti imbarcati per ore e poi sono stati ricondotti al CSPA.

    Presenti nel centro

    13/09: 1247 presenti (di cui 1104 uomini, 22 donne, 5 minori accompagnati, 116 minori non accompagnati di cui 28 alla Loran e 72 non maghrebini).
    Si sono susseguiti piccoli sbarchi per tutto il mese ma comunque pochi rispetto il periodo dell’anno e il contesto internazionale. Si avvicendano voci di respingimenti in mare. Ci sono stati pochi giorni di sbarchi consistenti.
    Sbarchi numerosi dalla Libia: dal 13 – 15 agosto ci sono stati una lunga serie di sbarchi che ha portato il centro ad avere circa 3000 persone. Il giorno 13 è partita immediatamente una nave Moby che ha portato via 1100 persone e il giorno dopo una della Grimaldi che ha portato via 450 persone ma il centro è rimasto comunque sovraffollato.
    Sbarchi numerosi dalla Tunisia: tra il giorno 10 e il giorno 12 ci sono stati 700 arrivi dalla Tunisia che hanno portato il centro ad essere nuovamente sovraffollato, dato che  erano già presenti 568 persone diverse presenti da oltre 20 giorni.             

    Profilo dei migranti trattenuti

    La maggior parte dei 1247 migranti attualmente nel CSPA di Lampedusa sono in prevalenza di origine tunisina e magrebina in genere. L’impossibilità di entrare nella parte destinata agli adulti uomini ci rende difficile capire quante sono le persone di origine diversa da quella tunisina. Sappiamo dalla polizia che i non magrebini presenti sono in totale 72 (crediamo compresi i minori non accompagnati che sono 28 e sono tutti alla base Loran).

    Magrebini: la maggior parte di queste persone sembrano venire dal sud della Tunisia e scappano principalmente da quattro tipi di problematiche:
    Economiche: molti di loro lamentano di vivere in condizioni di miseria. L’instabilità politica ha peggiorato considerevolmente la loro situazione, essendo diventato sempre più difficile trovare lavoro. Si tratta di persone con un basso livello di scolarizzazione. Tanti sono già venuti in Italia e sono stati espulsi. Malgrado ciò, c’è chi è tornato anche 3 volte da luglio ad oggi. Alcuni in passato sono stati in prigione principalmente per motivi collegati alla droga. Tra questi vi sono anche dei tossicodipendenti.
    Motivi politici: i tunisini ci riferiscono che nel loro paese c’è una situazione di forte instabilità per cui ci sono persone che per svariati motivi legati all’attività politica loro o dei loro congiunti devono scappare.
    Motivi familiari: molte persone raccontano di litigi interni alla famiglia o tra famiglie che sfociano in atti di violenza, minacce e persecuzioni tali che i migranti arrivano a temere per la propria vita. Viene raccontato che il caos derivante dal periodo di transizione che sta attraversando il Paese fa si che il ricorso alla giustizia sia vano. In questo contesto alle vittime di tali violenze non rimane che la fuga.
    Sanitaria: stanno arrivando sempre più persone con problematiche fisiche importanti. Attualmente ci sono due persone che usano la carrozzina, una persona con la gamba amputata e altri che riportano di avere patologie importanti o bisogno di cure mediche e operazioni. Ci sono delle persone con problemi di tossicodipendenza.

    Sub Sahariani: attualmente non ci sono, materialmente visibili, persone sub sahariane o di altra origine. Fino a poco dopo la seconda metà di agosto abbiamo incontrato molti sub sahariani provenienti dalla Libia. Molti di loro raccontavano di essere stati costretti dalla guerra o dai militari stessi ad imbarcarsi. Alcuni di origine nigeriana invece raccontavano di essere entrati in Libia con la guerra e di aver approfittato della situazione per venire in Europa. Questi uomini erano con molte donne a seguito. Abbiamo visto molte famiglie spesso con bimbi piccolissimi che nei giorni susseguenti al 13/15 agosto per il sovraffollamento del centro hanno dovuto arrangiarsi e cercare dei posti per dormire con i materassi di gomma piuma tra il selciato e il “giardino”. 

    Criticità:
    • Persone che durante il mese di luglio e il mese di agosto hanno manifestato la volontà di presentare la domanda d’asilo sono stati poi spostati nei CIE invece che nei CARA e il giudice di pace ha convalidato il trattenimento. Sembra che però da qualche giorno i richiedenti asilo, anche di origine tunisina, li stiano spostando nei CARA.
    • I tunisini permangono all’interno del centro per un periodo molto più lungo rispetto ai sub sahariani. In linea di massima 15/20 giorni ma ci sono eccezioni: in questo momento ci sono quattro marocchini che sono a Lampedusa dal 4 agosto. A causa di questa lunga permanenza, e alle difficili condizioni del trattenimento ci sono state molte ribellioni che hanno portato alla fuga dal centro i giorni 29 agosto, 7 e 8 settembre e alla carica da parte della polizia del 14 settembre.
    • Manca l’informazione all’interno del centro. Benché ci siano associazioni e organizzazioni all’interno del CSPA ci è di fatto impedito l’accesso alla parte chiusa degli uomini adulti e quindi ci è reso molto difficile riuscire a dare informazioni ai migranti. Anche la totale disinformazione rispetto al loro avvenire è fonte di esasperazione.
    • Molti tunisini continuano a domandare “l’asilo umanitario” e non prendono  neanche in considerazione l’asilo politico. Si sono sparse voci totalmente false in merito al diritto d’asilo tra queste le più diffuse sono: chi manifesta la volontà di chiedere asilo poi sarà costretto a rimanere più a lungo a Lampedusa; manifestare la volontà di chiedere asilo a Lampedusa o aspettare di essere in un CIE e chiederlo lì è la stessa cosa; chi chiede asilo non potrà mai più fare ritorno nel paese d’origine. Si può chiedere l’asilo umanitario che è “migliore” di quello politico. Non ci è chiaro chi sta diffondendo tali voci ma di sicuro sta creando molta confusione impedendo a persone che ne avrebbero titolo di chiedere protezione. Non riuscire a raggiungere gli uomini adulti all’interno della “gabbia” rende tutto molto più complicato e non aiuta a distendere i nervi.
    • Molti migranti vengono a conoscenza solo in Italia che il limite di permanenza nei CIE è stato spostato da sei mesi a un anno e mezzo e chiedono di essere rimpatriati. Malgrado l’espressione di tali volontà queste persone non risultano essere prioritarie.

    Donne

    Si trovano nel centro attualmente 22 donne, principalmente tunisine. Molte sono in coppia con il proprio compagno o marito. Raccontano di liti con la famiglia e mostrano segno di ferite inferte dai familiari. Le ragioni dei litigi familiari sono molto spesso collegate alla scelte che hanno fatto contro la volontà dei familiari stessi in particolare per quanto riguarda la scelta del compagno o del marito e sembra che siano i fratelli ad infliggere le “punizioni”. Dopo il 13/15 agosto sono arrivate numerose nigeriane, molto giovani e alcune di loro hanno riportato di essere passate dalla Libia e che avevano lasciato la Nigeria da pochi mesi. Per queste donne era particolarmente forte il sospetto che fossero vittime di tratta.

    Minori

    Continuano ad esserci molti minori, attualmente i presenti sono 116. La media delle presenze durante tutta l’estate è stata di circa 200 minori e il tempo di permanenza variava da un mese a un mese e mezzo. La maggior parte dei minori presenti adesso è tunisina e si trova al CSPA dove i posti in accoglienza non sono sufficienti. Di contro alla base Loran ci sono solo 28 minori non accompagnati di origine sub sahariana rispetto a una capienza di 200 persone. Malgrado ciò i minori tunisini non vengono spostati per motivi di ordine pubblico. Sembra che, da quanto ci è stato riferito, i minori tunisini abbiano spesso litigi con i sub sahariani, e per questo preferiscono separarli. La maggior parte dei minori è scarsamente scolarizzata. Molti parlano solo arabo e spesso riportano di situazioni problematiche nel contesto di origine. Benché abbiano maggior libertà di movimento molti preferiscono andare nelle “gabbie” con gli adulti.
    A metà agosto sono arrivati molti ragazzi sub sahariani di varie origini tra cui: gambiana, nigeriana e ivoriana. Raccontavano di essere andati in Libia per lavorare pochi mesi prima dello scoppio della guerra. Alcuni invece da quando avevano 12 anni e di aver sempre lavorato. Nessuno ha raccontato di aver continuato gli studi in Libia.

    Criticità:
    • i ragazzi che passano il loro tempo oziando e aspettando che qualcuno li porti via da Lampedusa, scavalcano il recinto che li divide dai maggiorenni mettendosi in una pericolosa situazione di promiscuità ed emulando i maggiorenni. Alle volte i ragazzi hanno riportato di essere stati picchiati da connazionali maggiorenni. Passano il loro tempo a fumare sigarette e qualche volta a giocare a calcio.
    • Nel corso dell’estate ci sono state varie situazioni di conflitto sia con le forze dell’ordine che con l’ente gestore. A quest’ultimo è contestato spesso il cibo considerato di cattiva qualità e scarso.
    • Durante la fuga del 29 agosto alcuni sono usciti con i maggiorenni Al rientro dell’ultimo gruppo di maggiorenni al centro si è scatenata una ribellione che ha portato a una sassaiola dove sono rimasti feriti dei minori. Due di loro sono stati accompagnati al Pronto Soccorso. Da dopo il grande afflusso di migranti del 13/15 agosto un gruppo di circa una ventina di minori è dovuta rimanere a dormire fuori dalle strutture. Il 29 agosto a seguito dei disordini i minori erano terrorizzati, avevano paura che arrivassero dei sassi addosso mentre dormivano o che una carica della polizia li potesse sorprendere nel sonno e calpestarli
    Condizioni di trattenimento

    Abbiamo già affrontato questo aspetto, e non ci risulta che ci siano cambiamenti. Riteniamo comunque importante approfondire due aspetti: accesso alle cure mediche e il cibo.
    Cure mediche: ci sono molti migranti che hanno problemi di salute ma gli è negato l’accesso diretto all’infermeria. Per questo motivo i migranti passano ore davanti al cancello con dei pezzettini di carta dove è segnata la terapia che stanno assumendo, assillando gli agenti di guardia nella speranza che chiamino qualcuno della Lampedusa Accoglienza, per poter così aver accesso all’infermeria. I posti letto a disposizione accanto all’infermeria sono pochi così che solo alcuni tra quelli che ne avrebbero bisogno possono usarli. Non c’è un servizio infermieristico che passa per le camerate o che entri regolarmente nella parte riservata agli uomini. Si può assistere a scene dove i migranti stessi portano di peso connazionali in infermeria o all’autoambulanza.  C’è una carenza sistematica di materiale medico e medicinali. Ad un migrante è stato fasciato un braccio con delle bende e un pezzo di cartone al posto di un tutore rigido.
    Cibo: molto ripetitivo, di scarsa qualità e non fresco. Di solito viene data la pasta a pranzo e il riso a cena conditi con alimenti in scatola. I secondi di solito sono o polpette o scaloppine di varia natura fritta. Alle volte uova sode. I contorni variano dalle patate ai legumi. Non abbiamo mai visto dare verdura fresca e/o di stagione. La frutta è quasi sempre una mela e in alternativa è stato distribuito un succo di frutta. Vengano utilizzati cibi precotti o scatolame. Ramadan: in occasione di questa ricorrenza religiosa la colazione è stata rafforzata con pane, latte, fette biscottate marmellata e servita verso le ore cinque del mattino, poi non ci sono stati altri cambiamenti. Benché la maggior parte delle persone siano mussulmane non ci risulta che la carne sia Halal.

    Ribellioni

    In questo periodo abbiamo assistito a varie forme di ribellioni.
    Sciopero della fame: Molte volte sia gli uomini che i minori che le donne hanno utilizzato questa forma di protesta che viene portata avanti per alcuni pasti a volte per alcuni giorni. E’ stata in questo periodo indirizzata a richiamare l’attenzione su due criticità: il cibo o il lungo trattenimento.  Non ottenendo visibili risultati di solito è la premessa a ribellioni più grosse.
    Sassaiole: di solito contestualizzate ad accadimenti specifici che non sempre riusciamo ad identificare.
    Fughe di massa: effettuata da 150/300 persone circa non sappiamo come vengono organizzate ma dal 29 agosto ad oggi sono già state tre. Sono state successive ad altre forme di protesta e di solito hanno come rivendicazione l’esigenza di essere spostati da Lampedusa ad un altro centro. Hanno ottenuto scarsi risultati ma ad oggi è la protesta che più viene ascoltata, se non altro perché li rende visibili ai turisti. Queste fughe, fino ad oggi, sono anche servite ad abbassare la tensione delle persone recluse nel centro. Molti hanno riferito che è stato per loro importante essere riusciti a camminare all’aperto, aver preso un caffè a un bar o aver mangiato un pezzo di pizza, essere riusciti a farsi un bagno in mare. Come hanno poi raccontato si sono comportati per qualche ora da persone normali. Qualcuno ha anche comprato un souvenir di Lampedusa.
    Rivolte: in occasione dei rimpatri che avvengono da Lampedusa passando da Palermo per il riconoscimento del console ci sono state delle rivolte. In questi casi i migranti si mettono di fronte al cancello d’ingresso alla zona degli uomini improvvisando un sit-in, salgono sul tetto. Ci sono tentativi di mediazione da più parti. Se la tensione cresce possono provare a forzare il cancello o lanciare quello che trovano: sassi, bidoni dell’immondizia, pezzi di oggetti. La rivolta di ieri è finita con una carica della polizia, con lanci di fumogeni e con feriti da entrambe le parti. Già stamani i migranti erano in partenza, ancora per Palermo. Il risultato è un accrescimento di rabbia e frustrazione in tutti i presenti.
    Autolesionismo: ci sono delle persone che mangiano pezzi di neon o che si feriscono con tagli nelle braccia, altri che minacciano di volersi buttare dalle scale o dal tetto o provano ad impiccarsi. Sono ribellioni personali che possono avere conseguenze immediate o di lungo periodo devastanti e possono scaturire per i motivi più disparati. C’è chi mangia un neon o una lametta perché non è riuscito a vedere il medico o a seguito di un litigio con un poliziotto. Altri perché vogliono andare via da Lampedusa. C’è chi è malato o tossicodipendente e mal tollera le restrizioni dovute alla detenzione; chi inizia a farsi tante domande prima fra tutte: “perché mi devono detenere se non ho commesso nessun reato?” e finisce per entrare in depressione e inizia a farsi male.
    Tutte queste situazioni potrebbero essere contenute fornendo informazioni sulla situazioni dei migranti, riuscendo a garantire trasferimenti celeri, migliorando la qualità dei servizi offerti e non facendo respingimenti da Lampedusa.

    Attività dell’équipe

    Durante il periodo preso in osservazione abbiamo avuto molti volontari che sono stati tutti molto attivi e preziosi. Purtroppo ad alcuni non è stato dato dalla Prefettura l’accesso al centro. Malgrado questo blocco però ognuno di loro è stato di validissimo aiuto e supporto al progetto.

    Con Clara Teresa di Milano, Stefania di Reggio Emilia, Gianluca di Alessandria d’Egitto, Mirian, Viviana e Margherita del circolo Blob di Arcore, Simona, Federica e Aron dell’Arci di Terni, Sara dell’Arci di Genova, Aurora, Manuela e Valeria del Toto Cambia di Milano è stato fatto:

    - monitoraggio del rispetto dei diritti umani nel centro
    - monitoraggio delle condizioni del centro
    - raccolta di richieste d’asilo dei migranti magrebini e consegna delle stesse all’ufficio immigrazione
    - informazione su « dove si trovano, alternative possibili su quello che succederà, richiesta d’asilo, info su legislazione italiana »
    - distribuzione del numero verde + spiegazione delle sue funzioni
    - distribuzione della brochure creata per l’occorrenza con le informazioni riguardanti il diritto d’asilo e il suo iter.
    - monitoraggio situazioni di tensioni e fughe dal centro.
    - incontri con le altre organizzazioni presenti sull’isola
    - Gianluca Solera ha tenuto il diario da Lampedusa sul blog.
    - monitoraggio sbarchi e imbarchi
    - creato la brochure informativa con le informazioni sull’asilo e il suo iter.
    - interviste a persone dell’isola che sono coinvolte con l’immigrazione.
    - curato i rapporti con le altre associazioni.
    - tenuto i rapporti con la stampa.
    - redatto il blog dell’Arci cercato e trovato documentazione, materiale e foto che testimoniassero quello che succede a Lampedusa e che servissero a dare le informazioni più pertinenti per poi immetterle nel blog che è nato in questo periodo.



    Presenze nel Centro



    Totale
    Uomini
    Donne
    Minori accompagnati
    Minori non accompagnati
    20/08 h 18:00
    400
    158
    10
    7
    225
    21/08 h 18:00
    600
    317
    16
    8
    259
    23/08 h 10:45
    639
    368
    20
    7
    244
    25/08 h 13:00
    643
    438
    134
    6
    186
    26/08 h 18:00
    602
    404
    13
    6
    179
    27/08 h 18:00
    776
    554
    15
    5
    202
    28/08 h 18:00
    882
    638
    14
    5
    225
    29/08 h 18:30
    845
    601
    14
    5
    225
    30/08 h 13:05
    810
    596
    14
    5
    195
    31/08 h 00.00
    931
    705
    18
    5
    203
    01/09 h 19:00
    841
    618
    18
    5
    200
    02/09 h 14:00
    775
    552
    18
    5
    200
    04/09 h 10:00
    825
    623
    18
    4
    180
    06/09 h 19:00
    796
    597
    18
    4
    180
    08/09 h 19:00
    744
    572
    18
    4
    150
    09/09 h 16:00
    568
    484
    14
    1
    69
    11/09 h 18:00
    1136
    999
    21
    4
    112
    12/09 h 06:00
    1234
    1089
    22
    5
    118
    14/09 h 08:00
    1170
    1027
    22
    5
    116
    14/09 h 12:00
    1010
    869
    22
    5
    114





      3 commenti:

      gian luca ha detto...

      Ho già risposto ad un vostro blog. Mio cognato è a Lampedusa da 20 giorni e mi sta raccontando cose da far rabbrividire. In questo blog si parla di asilo politico ed asilo umanitario ma la verità è che loro sono impossibilitati a richiederlo perchè gli viene detto che è obbligatorio che lo facciano nei vari centri CIE o CARA in cui li manderanno. Le condizioni igieniche sono disumane e vengono trattati come bestie. Mi ha raccontato di Finanzieri che buttano le merendine oltre la recinzione per vederli scannare tra di loro. Tutti i giorni a pranzo viene somministrato loro del sedativo per farli dormire tutto il pomeriggio e non creare problemi. Mio cognato (su mio consiglio) da giorni chiede di parlare con l'avvocato ma nessuno lo vuole ascoltare. In questo momento vivono PEGGIO degli animali, perchè gli animali almeno hanno quella libertà che loro cercano e che sarebbe un loro diritto avere. Chiedo scusa per lo sfogo ma vederli soffrire così senza poter fare niente per me è devastante ed avere una persona a me cara in quelle condizioni aumenta la mia tristezza.

      Anonimo ha detto...

      Ciao,
      mi ricordo del tuo post precedente, non riesci a intervenire a favore di tuo cognato tramite un legale? Chiama il numero verde arci se vuoi maggiore assistenza!
      Viviana

      gian luca ha detto...

      Ho già contattato l'avvocato Cordaro ed è stata disponibilissima e mi sta aiutando molto. Ieri tutti quelli che erano sulla barca con lui sono stati mandati a Bari (penso per essere rimpatriati). Lui è l'unico rimasto lì, speriamo che sia di buon auspicio. Grazie comunque della vostra disponibilità